Ogni giorno, 44,4 persone sono obbligate a lasciare le proprie case. I minori sotto i 18 anni di età costituiscono circa la metà della popolazione rifugiata – circa 30 milioni. 300 mila di questi sono minori non accompagnati registrati in circa 80 Paesi.
Nell’imminenza del Natale, Caritas Italiana richiama l’attenzione sulla situazione di questi minori, molti dei quali bambini, costretti a lasciare le loro terre in cerca di sicurezza e di futuro. Nel dossier “Minori migranti, maggiori rischi” presenta dati, testimonianze e proposte, evidenziando in particolare i flussi verso l’Unione Europea e la situazione dei Balcani.
Secondo dati Eurostat negli stati membri dell’Unione Europea i minori stranieri non accompagnati (89% sono maschi) rappresentano in generale il 15% di tutti i richiedenti asilo minorenni. Nel 2017, oltre i due terzi dei Msna avevano un’età compresa tra i 16 e i 17 anni (77%, ovvero circa 24.200 persone), mentre quelli tra i 14 e 15 anni rappresentavano il 16% (circa 5.000 persone) e quelli con meno di 14 anni il 6% (quasi 2.000 persone).
Le cifre non raccontano le storie e la sofferenza che c’è dietro un minore che si trova solo, senza affetti, in un Paese straniero. Eppure anche le cifre servono, perché per “i grandi” sono importanti, e aiutano a inquadrare la realtà.
Giunti in Europa, per vie illegali, molti di questi minori non accompagnati non ricevono le condizioni minime di assistenza necessaria, prima fra tutte la protezione da abusi e violenze. Mancano strutture di accoglienza adeguate, operatori qualificati in grado di assisterli, percorsi educativi pensati per loro che limitino il rischio di emarginazione e sfruttamento, interpreti e mediatori culturali in grado di facilitare le relazioni tra sistema di assistenza e minori. L’esito più preoccupante di questa inadeguatezza è il cosiddetto esercito degli invisibili, o degli scomparsi. In particolare i minori non accompagnati arrivati in Italia poi diventati irreperibili sono 4.307, di ben 23 etnie diverse. Ci sono oltre quattromila bambini spariti, di cui non si sa più nulla, alcuni probabilmente rimpatriati, altri probabilmente fuggiti al compimento dei 18 anni. Caritas Italiana partecipa al Tavolo Minori Migranti, una rete nazionale di organizzazioni impegnate a diverso titolo nella promozione e tutela dei diritti dei minori migranti, richiedenti asilo e rifugiati, in particolare non accompagnati, e dei giovani giunti in Italia come minori non accompagnati. Nella rete delle Caritas in Europa e insieme a tante altre organizzazioni della società civile Caritas Italiana ha anche formulato proposte – richiamate dal dossier - per proteggere i bambini migranti e rifugiati oggi e aiutarli ad affrontare il loro futuro.
Inoltre Caritas Italiana da anni collabora e sostiene le diverse Caritas che nell’Europa dell’Est sono impegnate in programmi multisettoriali volti all’assistenza dei migranti, in particolare a seguito dell’emergenza del 2015 quando circa un milione di profughi attraversò la “rotta balcanica” per raggiungere il nord Europa (Germania, Austria, Paesi scandinavi) partendo dalla Turchia e risalendo la regione balcanica attraverso Grecia, Macedonia e Serbia. Le Caritas della Grecia, Albania, Bosnia ed Erzegovina e Serbia in particolare sono state impegnate sin da subito nel far fronte alle molteplici necessità delle persone che hanno attraversato questi Paesi, con specifica attenzione alle famiglie e ai tanti adolescenti non accompagnati, che erano privi di qualsiasi supporto familiare.
Dall’ottobre 2017 in particolare è stato possibile finanziare ulteriori interventi grazie alla campagna “Liberi di partire, liberi di restare”, promossa dalla Conferenza episcopale italiana che, grazie a fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, appoggia programmi in favore di migranti nei Paesi di origine, di transito e di destinazione, con un’attenzione specifica ai minori non accompagnati.
(Articolo di Vita.it)