UN.I.COOP. Sicilia presieduta da Felice Coppolino ha donato 200 mascherine alla Cooperativa "San Francesco" di Caltagirone

PALERMO - Nella difficile battaglia contro il contagio da Coronavirus ogni contributo fatto con entusiasmo ha un valore enorme. E in questi giorni le iniziative di cittadini e di imprese per soccorrere e aiutare chi ha bisogno, mostrano un alto valore umano. Come quella dell’UN.I.COOP., guidata in Sicilia dall’intraprendente presidente Felice Coppolino, che ha donato 200 mascherine alla Cooperativa “San Francesco di Caltagirone, per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Coronavirus, esprimendo stima e grande riconoscenza per il prezioso lavoro svolto in questi momenti dagli operatori della cooperativa calatina, ma anche da tutte le altre che si stanno spendendo giornalmente, anche a rischio contagio. Un sentito “grazie” per quanto ricevuto arriva dagli operatori della cooperativa “San Francesco” di Caltagirone: “Siamo profondamenti grati alla Unicoop per la donazione delle mascherine. Sono dispositivi di estrema importanza”. Ma sulle ragioni che hanno spinto la UN.I.COOP. a donare le mascherine alle cooperative siciliane, abbiamo intervistato il presidente che in Sicilia la rappresenta, Felice Coppolino, a cui abbiamo chiesto come prima cosa, come e perché è nata l’idea di distribuirle? "Noi dell’Unicoop Sicilia, abbiamo deciso di acquistare e poi donare le mascherine alle realtà cooperative siciliane , perchè nessuno ha pensato e sta pensando a loro. Eppure svolgono un grande lavoro sociale. E' vero che magari non sono proprio grandissime realtà lavorative, ma non per questo vanno ignorate  o addirittura dimenticate dalle istituzioni competenti”. A quali realtà si riferisce? “Mi riferisco a quelle cooperative che, senza finalità di lucro, operano quotidianamente e ininterrottamente in campo sociale, come i centri di accoglienza e le case di riposo. Infatti le cooperative da noi rappresentate vengono create a sfondo solidale, per operare in un mondo di solidarietà, che poi è la filosofia che contraddistingue generalmente le nostre cooperative… che meritano invece la giusta attenzione e il dovuto rispetto. Per questi motivi e sulla scorta di questa considerazioni abbiamo deciso di comprare le mascherine e di comprarne ancora tante altre, certamente nel limite delle nostre possibilità, per distribuirle gratuitamente alle cooperative che ne faranno richiesta”. Chi si occupa di fornirvi le mascherine? “Abbiamo deciso di acquistare le mascherine da una cooperativa aderente all’Unicoop, nella quale lavorano immigrati che si sono integrati bene nel nostro tessuto sociale e regionale. E che poi le stesse mascherine prodotte e acquistate da questa cooperativa le doniamo ad altre che ne hanno bisogno, anche a quelle non associate, dimostra chiaramente come l’Unicoop si distingue per una cultura coerentemente 'solidale' che portiamo avanti e promuoviamo da sempre. Insomma, le mascherine rappresentano in tutto questo il gesto di amore verso tutte quelle cooperative abbandonate, quale segno di rispetto nei loro confronti”. Ma l’Unicoop che lei presiede è anche impegnata in prima linea a sostenere, in questo grave momento di emergenza coronavirus, il mondo cooperativo? Da quello sociale a quello turistico? “Sì. Stiamo lavorando alacremente per fare uscire le imprese da questa situazione terribile”. Come? Stiamo elaborando una serie di progetti per le cooperative associate, ma anche per il tessuto imprenditoriale siciliano, per quelle realtà che sono espressione delle piccole e medie imprese la cui sorte va tenuta in debito conto, perché rappresentano una componente importante per l’economia produttiva siciliana. E' sotto gli occhi di tutti che il movimento cooperativo, in particolare la cooperazione sociale, è in grave difficoltà essendo travagliato da innumerevoli problemi”. E cosa state facendo, a tal proposito? Abbiamo avviato un confronto con il governo regionale, facendo notare al presidente Musumeci che le loro azioni per sostenere l’economia siciliana non tengono conto per esempio dei problemi che assillano e affliggono sia le case di riposo che i centri di accoglienza che ci sono in Sicilia…. Dalle direttive emanate dal governo regionale e dall’assessorato competente si evince chiaramente che hanno pensato più alle grandi strutture, come le RSA, dimenticando le piccole realtà, come le case di riposo fino a 24 posti letto o i centri di accoglienza. E a questo gap bisogna porre rimedio subito, perché sembra che ci sia una grande confusione”. Presidente Coppolino, avete un vostro progetto ? "Si. Stiamo lanciando un progetto che mira ovviamente a coinvolgere le nostre imprese, quali realtà produttive della regione. Basti pensare a quelle cooperative turistiche e alberghiere che dovranno fare i conti con i postumi di un’emergenza coronavirus che, a mio parere non si risolve subito, ma almeno potrebbero passare ventiquattro mesi per tornare alla piena produttività di sempre. Certo, auspicando che nel contempo si trovi il vaccino contro il Covid-19. Già da adesso però l’Unicoop vuole porre le basi”. In che modo, presidente? “Lanciando un messaggio che parte dalla Sicilia e che resti in Sicilia, una regione che vanta cinque milioni e più di abitanti, quanto la Norvegia o la Finlandia”. Può spiegarci meglio cosa intende? “Noi siamo una realtà isolana che può ben contare su una gestione autonoma dei nostri beni e sulla nostra produzione, come quella agroalimentare, trasformando le nostre preziose risorse in quel volano che renderebbe ricca e autonoma una nuova Sicilia che potrebbe vivere di un turismo. Potenzialità, questa, come le altre, che ci devono fare  riflettere e ci devono incoraggiare a lavorare, a progettare, a costruire per la nostra terra... per la nostra amata Sicilia”. Come si legge, è chiaro che il presidente dell’Unicoop, Felice Coppolino, crede molto su questa lungimirante idea che anche noi certamente condividiamo e in pieno, perchè è da sempre risaputo che la Sicilia ha tutte le carte in regola… se si vuole… per poter vivere di un turismo interno, i cui primi fruitori sono proprio i siciliani stessi che devono veramente e seriamente dare il proprio contributo per valorizzare le ricchezze di questa nostra terra di Sicilia, con tutte le sue bellezze architettoniche, monumentali e naturali. Per non parlare dell’aspetto occupazionale i cui risvolti si possono solo immaginare, se sforzi e impegni sono e saranno costantemente concentrati su questo versante, come quello dei tour operator siciliani che sarebbe auspicabile che contribuissero ancor più incisivamente al fine di promuovere ulteriormente la Sicilia, tanto antica e tanto decantata da tempi immemorabili, per promuovere alla fine anche se stessi e tutto il popolo siciliano, con le sue doti e con le sue peculiarità positive.   Salvo Cona