RADDUSA - E’ partita da appena un mese e sta già riscuotendo consensi, l’iniziativa di raccolta dell’usato “Officina del Riciclo per comunità solidali”, lanciata a Raddusa dalla Cooperativa “San Francesco” s.c.s. che gestisce i Siproimi e che ha inteso sensibilizzare e coinvolgere i raddusani a una riduzione dello spreco di beni ritenuti non più utili, tramite il loro recupero e un loro nuovo riutilizzo. L'idea laboratoriale che rientra nell’ambito del progetto “Siproimi Vizzini Ordinari” è stata quella di impiantare una “Officina del Riciclo” all’interno della struttura Siproimi di Raddusa, in via Regina Margherita 72, al fine di creare un incontro tra popolazione locale, di sensibilizzare il territorio e gli ospiti ai temi dell'integrazione e del riciclo, di diffondere la cultura dell’educazione ambientale e di formare i migranti della struttura anche insegnando l'arte degli antichi mestieri, creando nel contempo uno spazio attrezzato e assistito, aperto alla cittadinanza, dove i materiali -che vengono raccolti all'interno di uno spazio dedicato all'interno della struttura di Raddusa- possano poi essere sistemati o possano trovare nuova vita ed essere trasformati in altro. Peraltro, col recupero di questi beni usati e, dove necessario, di una loro sistemazione, si darà la possibilità ai cittadini anche di “barattare” oggetti ancora in buone condizioni, con il risultato di risparmiare, di contribuire a ridurre la produzione di rifiuti. “Al momento –spiega Gaetana Pagana, responsabile del Siproimi di Raddusa (Vizzini ordinari) - sono stati effettuati tre incontri, di cui il primo teorico. Parecchie persone hanno aderito all'iniziativa donando dei beni "non utili" alla nostra struttura. I nostri ragazzi, insieme al tutor Massimo Nicolaci, stanno già provvedendo alla loro trasformazione o sistemazione: così lo schienale di una sedia rotta si è trasformato in un appendi abito. I ragazzi hanno partecipato con entusiasmo al laboratori e sono felici di sperimentare queste trasformazioni e di imparare gli antichi mestieri. L'iniziativa è stata pubblicizzata con il passaparola e attraverso i social. Ci siamo anche occupando di pubblicizzare la nostra iniziativa con manifesti e locandine, in modo tale che la comunità locale possa partecipare e contribuire al successo del progetto: con il motto riciclo, ma non rifiuto, un vecchio mobile da sistemare o un oggetto da reinventare, diventano quindi lo stimolo per momenti di incontro e di lavoro congiunto, che possono offrire ampie occasioni di socialità e di condivisione per liberare la creatività, sperimentando nuove tecniche operative”. ll laboratorio ha la durata di 4 mesi (da maggio a settembre 2020) con un incontro settimanale di 5 ore, per un totale complessivo di 20 incontri che si svolgeranno dentro la struttura Siproimi di Raddusa, in via Regina Margherita 72, aperta alla popolazione locale. Un tutor esperto (Massimo Nicolaci) si occupa di fornire il materiale necessario per riparare, trasformare, creare e costruire (trapani, martelli, righelli, seghetti, chiodi, colori, forbici e altro ancora). “Per una maggiore sensibilizzazione -ricorda Gaetana Pagana- abbiamo previsto di organizzare non solo una mostra espositiva dei prodotti che hanno ripreso vita o che sono riciclati, da proporre in occasione di eventi particolari, come la Festa del Grano di Raddusa, ma anche due giornate dedicate al baratto”. Salvo Cona