Francesco è davvero il santo della speranza oppure, come suggeriva Pier Paolo Pasolini, è ai suoi attimi di solitaria disperazione che bisogna guardare… per «sperare davvero»? O, come scriveva Julien Green, Francesco «voleva salvare il mondo, ma ha salvato la speranza»? - ... Sabato 16 marzo 2013, in Aula Paolo VI, davanti ai rappresentanti dei media, il nuovo Papa offriva una ricostruzione semplice, breve, persino autoironica e apparentemente di basso profilo della sua scelta: «Nell’elezione, io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il Clero, il cardinale Claudio Hummes: un grande amico! Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: ’Non dimenticarti dei poveri!’. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi. È per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? È l’uomo che ci dà questo spirito di pace, l’uomo povero». Il santo viene così letto attraverso tre aspetti della sua vicenda: Francesco è uomo di povertà; Francesco è uomo della pace; Francesco è uomo che ama e custodisce il creato. Ma Bergoglio sembra auspicare qualcosa di più e di diverso riferendosi al desiderio di una Chiesa povera e non solo accanto ai poveri («come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!»). Altre domande, altre questioni: che cosa significa «una Chiesa povera»? Domande che rimangono aperte, così come lo erano per San Francesco che, abbandonando l’abito da eremita che pur era riconducibile a una categoria sociale e indossandone uno senza garanzie, simile a quello dei comuni laboratores, si rivolse per tre volte al Vangelo, trovandosi finalmente dinanzi tre passi (così almeno stando alla Legenda Maior S. Francisi di Bonaventura: Matteo 19,21; Luca 9,3; Matteo 16,24) che gli fecero dire: «Questa è la nostra vita e la nostra regola»… - Questo e altro è quanto si legge nel sommario e nel più ampio articolo del 16 ottobre 2020, pubblicato da vita.it (fonte notizia).
19 ott 2020